GAber gioRgio ci offre 3 testi
da sempre, fondazione Giorgio Gaber
In un tempo
senza ideali ne' utopia,
dove l'unica salvezza è un'onorevole follia..
Benvenuto il luogo dove
-1984
Benvenuto il luogo dove
dove tutto è ironia
il luogo dove c'è la vita e i vari tipi di allegria
dove si nasce dove si vive sorridendo
dove si soffre senza dar la colpa al mondo
il luogo dove c'è la vita e i vari tipi di allegria
dove si nasce dove si vive sorridendo
dove si soffre senza dar la colpa al mondo
Benvenuto il luogo delle confusioni
dove i conti non tornano mai
ma non si ha paura delle contraddizioni
benvenuta la vita che conta solo su se stessa
benvenuto il luogo dove tanta gente insieme non fa massa
dove i conti non tornano mai
ma non si ha paura delle contraddizioni
benvenuta la vita che conta solo su se stessa
benvenuto il luogo dove tanta gente insieme non fa massa
Benvenuto il luogo dove non si prende niente sul serio
dove forse c’è il superfluo e non il necessario
il luogo dove il sentire è più importante
dove malgrado l'ignoranza tutto è intelligente
dove forse c’è il superfluo e non il necessario
il luogo dove il sentire è più importante
dove malgrado l'ignoranza tutto è intelligente
Benvenuto il luogo dove se un tuo pensiero trova compagnia
probabilmente è già il momento di cambiare idea
dove fascismo e comunismo sono vecchi soprannomi per anziani
dove neanche gli indovini pensano al domani.
probabilmente è già il momento di cambiare idea
dove fascismo e comunismo sono vecchi soprannomi per anziani
dove neanche gli indovini pensano al domani.
Benvenuto il luogo dove tutto è calcolato e non funziona niente
e per mettersi d'accordo si ruba onestamente
dove non c’è un grande amore per lo stato
ci si crede poco e i gusto di sentirsi soli è così antico
e per mettersi d'accordo si ruba onestamente
dove non c’è un grande amore per lo stato
ci si crede poco e i gusto di sentirsi soli è così antico
Benvenuto il luogo dove forse per caso o forse per fortuna
sembra che muoia e poi non muore mai nemmeno la laguna
un luogo pieno di dialetti strani di sentimenti quasi sconosciuti
dove i poeti sono nati tutti a Recanati.
sembra che muoia e poi non muore mai nemmeno la laguna
un luogo pieno di dialetti strani di sentimenti quasi sconosciuti
dove i poeti sono nati tutti a Recanati.
Benvenuto il luogo lungo e stretto
con attorno il mare pieno di regioni
come dovrebbero essere tutte le nazioni
magari un po' per non morire un po' per celia
un luogo così assurdo sembra proprio l'Italia
con attorno il mare pieno di regioni
come dovrebbero essere tutte le nazioni
magari un po' per non morire un po' per celia
un luogo così assurdo sembra proprio l'Italia
E tu mi vieni a dire -1999
E tu mi vieni a dire che l'uomo muore
lontano dalla vita, lontano dal dolore
nella quasi indifferenza non è più capace
di ritrovare il suo pianeta fatto di aria e luce.
E tu mi vieni a dire che il mio presente
è come un breve amore del tutto inconsistente
che preso dai miei sogni io non mi sto accorgendo
che siamo al capolinea, al termine del mondo.
E tu mi vieni a dire che tutto è osceno
che non c'è più nessuno che sceglie il suo destino
non ci rendiamo conto che siamo tutti in preda
di un grande smarrimento, di una follia suicida.
E sento che hai ragione se mi vieni a dire
che l'uomo sta correndo
e coi progressi della scienza ha già stravolto il mondo
però non sa capire che cosa c'è di vero
nell'arco di una vita, tra la culla e il cimitero.
E tu mi vieni a dire c'è solo odio
ci sarà sempre qualche guerra, qualche altro genocidio
e anche in certi gesti che sembran solidali
non c'è più l'individuo, siamo ormai tutti uguali.
E sento che hai ragione se mi vieni a dire
che anche i più normali
in mezzo ad una folla diventano bestiali
e questa specie di calma del nostro mondo civile
è solo un'apparenza, solo un velo sottile.
E tu mi vieni a dire quasi gridando
che non c'è più salvezza, sta sprofondando il mondo
ma io ti voglio dire che non è mai finita
che tutto quel che accade fa parte della vita.
Ma io ti voglio dire che non è mai finita
che tutto quel che accade fa parte della vita.
lontano dalla vita, lontano dal dolore
nella quasi indifferenza non è più capace
di ritrovare il suo pianeta fatto di aria e luce.
E tu mi vieni a dire che il mio presente
è come un breve amore del tutto inconsistente
che preso dai miei sogni io non mi sto accorgendo
che siamo al capolinea, al termine del mondo.
E tu mi vieni a dire che tutto è osceno
che non c'è più nessuno che sceglie il suo destino
non ci rendiamo conto che siamo tutti in preda
di un grande smarrimento, di una follia suicida.
E sento che hai ragione se mi vieni a dire
che l'uomo sta correndo
e coi progressi della scienza ha già stravolto il mondo
però non sa capire che cosa c'è di vero
nell'arco di una vita, tra la culla e il cimitero.
E tu mi vieni a dire c'è solo odio
ci sarà sempre qualche guerra, qualche altro genocidio
e anche in certi gesti che sembran solidali
non c'è più l'individuo, siamo ormai tutti uguali.
E sento che hai ragione se mi vieni a dire
che anche i più normali
in mezzo ad una folla diventano bestiali
e questa specie di calma del nostro mondo civile
è solo un'apparenza, solo un velo sottile.
E tu mi vieni a dire quasi gridando
che non c'è più salvezza, sta sprofondando il mondo
ma io ti voglio dire che non è mai finita
che tutto quel che accade fa parte della vita.
Ma io ti voglio dire che non è mai finita
che tutto quel che accade fa parte della vita.
L'America -1999
A noi ci hanno insegnato tutto gli americani. Se non c’erano gli americani a quest’ora noi, eravamo europei. Vecchi, pesanti, sempre pensierosi, con gli abiti grigi e i taxi ancora neri.Non c’é popolo che sia pieno di spunti nuovi come gli americani. E generosi, e buoni, e giusti.
Non c’é popolo che sia più giusto degli americani. Anche se sono costretti a fare una guerra, per cause di forza maggiore, s’intende, non la fanno mica perché conviene a loro. No! E’ perché ci sono ancora dei posti dove non c’è né giustizia, né libertà. E loro, eccola lì, pum! Te la portano. Sono portatori, gli americani. Sono portatori sani di democrazia. Nel senso che a loro non fa male, però te l’attaccano.
L’America é un arsenale di democrazia. E quello che mi ha sempre colpito degli americani è questo gran desiderio questo gran bisogno di divulgare, di esportare il loro modo di vivere, la loro cultura... no, non la cultura... le innovazioni, i fatti di costume ecco, sono portatori sani di cose nuove gli americani. Sempre nel senso che a loro non fanno male però te le attaccano.
Alla fine della seconda guerra mondiale, sono arrivati qui e hanno portato: jeep, scatolette, jeans, cultura... no non la cultura... movimenti dinoccolati, allegria progresso cultura... non la cultura... la Coca-Cola il benessere la tecnologia, lo sviluppo...
E di colpo, l’Europa, la vecchia cara Europa, coi suoi lampioncini fiochi, le sue tradizioni i fiumi, i violini i valzer …E poi luci e neon, e vita e colori, e poi ponti autostrade, televisioni grattacieli aerei... Chewing-gum! Non c’é popolo più stupido degli americani.
La cultura non li ha mai intaccati. Volutamente. Sì, perché hanno ragione di diffidare della nostra cultura vecchia elaborata, Leonardo Shakespeare Voltaire Hegel Schopenauer. Ma certo, più semplicità, più immediatezza. Loro hanno sempre creato, così, come andare al cesso.
L’America é un paese di giovanotti. Gli americani sono gli unici al mondo, che a Disneyland non si sentono idioti neanche per un attimo. No, io non ce l’ho mica con l’America, no anzi, mi piace. Ce l’ho con gli americanisti di tutto il mondo. L’America, si sa, é stato un errore di navigazione. Mica ci volevamo andare, ci siamo cascati. Ecco cos’è l’America, é uno scivolo, una buca, un’enorme buca col risucchio:
SSSCCHHIVVRRUMMM! No un momento, mica ci son cascati tutti subito nooo. All’inizio, c’era anche il vento dell’Est, che tirava come dice la parola, un po’ più in là. Sì, l’Unione Sovietica, con le sue promesse, il suo senso di uguaglianza, di giustizia, l’Internazionale Socialista, la sua cultura... no la cultura anche lì …
E l’Italia, con le sue macerie, ma già con le sue prime luci al neon, oscillava, oscillava: “Meglio di qui... no, meglio di là...”. Chi faceva il tifo per l’uno, chi faceva il tifo per l’altro, insomma, si discuteva, ci si dibatteva tra due culture... ma no, quali culture, tra due bulldozer! Ecco.Poi a un certo punto, senza preavviso, senza nemmeno che un colonnello dell’aviazione ce lo dicesse, il vento dell’Est smette. E da quel momento, SSSCCHHIVVRRUMMM! Tutti in buca.
Ma come? Non eravamo diversi? Non si oscillava? Non ci s
i dibatteva? Macché più niente. Tra un imbucato e l’altro non si riconosce più nessuno. Quelli di destra maledizione, mi diventano sempre più democratici. Quelli di sinistra sempre più liberali, e SSSCCHHIVVRRUMMM! Quelli di centro... no, quelli di centro niente da dire: sono sempre stati bucaioli loro. Ma dagli altri, non me lo aspettavo.E ora tutti a dire: “Che bella la buca... ma che bella la buca... non c’é niente di più democratico della buca... a me piace la buca di Reagan... no, io sono per quella di Clinton, Kennediano, eh già, perché c’é buca e buca eh, viva la buca”.
La buca è l’ineluttabile destino dell’umanità. È lo sviluppo incontrollato e selvaggio, è la spietata legge del più forte intesa come selezione naturale della specie. È l’eroico sacrificio di qualsiasi giustizia sociale. È la vittoria totale del mercato. È il trionfo dell’unica visione del mondo. La buca è l’America!
Ed eccoci qui anche noi, liberi, liberali, liberisti, siamo per la rivoluzione liberale, ma con la solidarietà, siamo liberistici e per il liberalismo, siamo liberaloidi, libertari, libertini. libertinotti. Liberi tutti!
No, a me l'America non mi fa niente bene. Troppa libertà, non c'è niente che appiattisca l'individuo come quella libertà lì. Nemmeno una malattia ti magia così bene dal di dentro.
Come sono geniali gli americani, te la mettono lì, la libertà è alla portata di tutti, come la chitarra. Ognuno suona come vuole, e tutti suonano come vuole la libertà.
TRIBUTE -Patti Smith -video
Cover
Io come persona - I as a person
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